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      Certo indizio adunque si ha che in quel tempo i popolani riponevano la maggior loro sicurtà nella fede dei consoli e nelle forme che reggevano l'amministrazione delle cose civiche. E manifesto argomento si ottiene eziandio per asserire che se le amministrazioni civiche nel progresso dei tempi decaddero e poscia ruinarono, ciò nacque non tanto da vizio intrinseco, quanto da quell'aggregamento quotidiano di novelli carichi sostenuti a pro del fisco. Giacché i patrimoni pubblici e privati non altrimenti sopportano gli straordinari pesi che gli edifici; i quali gravati da pondo sproporzionato primieramente fan pelo, quindi corpo, ed infine precipitano.
      Consistendo una delle entrate principali delle città sarde nel profitto dei dazi riscossi nel commercio interno ed esterno, la ricchezza dell'erario civico è un segno chiaro del movimento che in quei tempi continuò ad avere il commercio dell'isola. Dalla più antica tariffa che ancor si serba dei dritti di porto esatti nei primi anni della signoria aragonese, si raccoglie che i Sardi manteneano in quel tempo vivo commercio coi Napoletani, Pisani, Genovesi, Veneziani, Anconitani, Siciliani, Franzesi e coi Giudei della Barbaria, non meno che coi Greci e cogli isolani di Cipro; trovandosi per tutte queste diverse nazioni stabilito un grado diverso di favore nella misura delle gabelle. Si chiarisce pure per lo stesso monumento che l'estrazione maggiore delle derrate del paese era quella del vino, delle pelli e cuoia, dei salsumi, dell'olio, delle biade e del cacio [1438] . Allorché poscia il visitatore Carrillo nel secolo XVII volle dar conto al sovrano dello stato in cui trovò il commercio, descriveva egli specialmente fra le altre cose estratte in gran copia il cacio, del quale narrava trasportarsi annualmente per Valenza e pel regno di Napoli meglio di quarantamila quintali; le pelli della salvaggina procacciate allora in grande quantità; il vino ed il sale del quale riferiva farsi un copioso traffico coll'Inghilterra.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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