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      Rapportava poi quello scrittore come l'isola fosse annualmente visitata dagli stranieri per la pesca del tonno; e per quella dei coralli, che faceasi nelle marine di Bosa, di Alghero e di Castellaragonese dai Franzesi e dai Genovesi concorrenti in sì gran numero, che contavansi talvolta trecento dei loro legni in una sola primavera [1439] .
      Apparisce da altri monumenti che estraevasi pure dall'isola gran copia di paste colà fabbricate, ed una quantità ragguardevole di bestiami, e segnatamente di cavalli; dei quali fu in ogni tempo la terra sarda propizia nutrice [1440] . Filippo II, fra gli altri suoi pensieri a pro dell'isola, non avea punto trascurato quello dell'incoraggiare il miglioramento della razza dei cavalli. Avea egli perciò inviato colà alcuni scelti capi delle sue stalle onde propagarvi le più belle forme. L'istesso avviso mostrò anche d'avere Filippo III, il quale mentre il visitatore Carrillo passava in Sardegna, avea fatto spedire a quella volta diciannove cavalli di gran brio. Scrivea perciò questi al sovrano essersi in tal maniera accresciuto l'armento della corona, che in breve tempo era diventata copiosa la ricerca fattane pei porti di Napoli, dello stato romano e di Barcellona [1441] . Ma indi a poco quel buon favore si ammortì; e meglio alla diligenza di alcuni ottimati che all'attenzione dei governanti fu dovuta la conservazione e bontà delle razze. Poiché quantunque continuasse ad esser compreso nel patrimonio regio quel vastissimo recinto ch'ebbe nome dal vicino luogo di Paulilatino, dove cresceano e nudrivansi li più svegliati puledri dell'isola; e benché i sovrani non lasciassero di trarre utilità dagli armenti sardi, i quali fornirono anche nei tempi succeduti i loro eserciti di parecchie centinaia di cavalli in una sola volta [1442] ; pure talmente fu trasandata la cura di quel fondo, che non lunga pezza dopo la relazione del Carrillo si pose il partito se convenisse l'abbandonare il governo di quelle razze e contentarsi del pro delle terre [1443] . Ed il partito poscia fu vinto, apparendo che negli ultimi tempi era quel cospicuo podere in totale rovina.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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