L'altra utile pianta che in Sardegna era ignota negli antichi tempi è l'olivo. Gli olivi erano certamente coltivati nell'isola nell'età dei nostri giudici [1457] . Ma devesi specialmente allo zelo dei nostri parlamenti la moltiplicazione di un albero di cui la natura avea già abbondevolmente fornito le nostre terre, prima che l'industria ne dimesticasse il frutto [1458] . Le corti fecero più volte vive istanze acciò si cignessero di olivi tutte le terre chiuse dell'isola ed affinché si chiamassero ad ammaestrare i nazionali nelle innestagioni alcuni abili coltivatori della terraferma. Il sovrano venne in soccorso di quelle saggie ordinazioni, comandando ai signori dei feudi di fabbricare nei siti opportuni i mulini per schiacciar le coccole; ed accordando ai posseditori degli oliveti alcuni speciali privilegi [1459] . Nondimeno io penso che molto eziandio si debba nella propagazione di tale pianta, che Columella chiamò la primiera delle piante [1460] , al lungo soggiorno fatto fra noi in ogni tempo dai Genovesi. Poiché la maggior quantità d'olio estraevasi negli ultimi anni del governo spagnuolo dalle terre della provincia di Bosa; dove aveano una volta signoreggiato i Malespina e continuavano anche nella succeduta età a porre stanza molte famiglie di Genova.
Alla ricchezza procacciata alla Sardegna dal traspiantamento degli alberi orientali e dall'ingentilimento dei propri, si aggiunse negli ultimi secoli il profitto di una pianta americana, che dall'oscurità in cui giaceva in una isoletta del nuovo mondo, salì non senza bizzarra ventura all'onore di esser careggiata in tutta la terra e descritta nell'elenco nel quale si registra il tesoro dei principi.
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