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      Era stato ad essi agevolato l'appagamento di tal brama dal liberale lascio fatto da Gaspare Vico [1494] ; il quale, istituiti suoi eredi i padri della compagnia di Gesù, imponeva loro l'obbligo di una separata amministrazione del patrimonio; acciò alloraquando fossero i frutti per gittare la somma necessaria all'aumento delle cattedre che già entro il collegio di quei regolari trovavansi erette, si aggiugnessero alle lezioni che eglino allora davano [1495] , quelle di sei professori stranieri per gli studi dell'istituta, delle leggi civili e canoniche e della scienza medica. Prendevano incitamento da ciò quei consoli a cooperare anch'essi colle rendite municipali all'erezione dell'università turritana, ed ottenutane da Filippo IV l'approvazione [1496] , conchiudevano coi padri Gesuiti un accordo [1497] ; pel quale restando a questi il governo ed indirizzamento degli studi, riserbavasi alla città la generale sopraintendenza delle scuole e la nomina dei cattedranti pagati dal tesoro civico. Destinavasi al tempo stesso a protettore di quello studio l'arcivescovo. Ma la facoltà di conferire gli onori accademici era lasciata al rettore della compagnia; il quale nelle cose maggiori consigliavasi con dodici persone scelte annualmente a tal uopo nei collegi. Approvavasi pure allora il novello regolamento, il quale non differiva da quello già in uso nella capitale salvo che nella elezione dei professori, per la quale non era stabilita l'utile legge del concorso.
      Con tali mezzi, data comodità e conforto allo studio delle scienze maggiori e facendosi a gara nelle due università per chi porterebbe il pregio del miglior ammaestramento, più abbondevoli scaturivano a pro comune le sorgenti del sapere.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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