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      Un'altra prova della perizia dei nazionali nelle scienze divine potrei derivare dalla saviezza degli ordinamenti che leggonsi nei molti sinodi congregati in quei secoli con frutto grande dell'ecclesiastica disciplina. Ma troppo lungi ne menerebbe questa indagine, la quale, per l'impressione che nel mio animo lasciò la lettura di alcuni dei migliori, parmi potrebbe aver sede degna in altra scrittura a ciò più acconcia, se qualche persona fornita dei lumi necessari imprendesse a riconoscere il vero pregio di quelle ordinazioni. Non perciò mi terrò di accennare essere specialmente meritevoli della considerazione dei teologi fra gli altri concili della Sardegna quello convocato da don Tommaso Carnicer, vescovo di Alghero [1515] ; quello della provincia turritana celebrato dall'insigne prelato Iacopo di Passamar [1516] ; e quello della diocesi di Bosa ragunato nel principio del secolo XVIII dal vescovo Niccolò Cani [1517] . Nel qual ultimo specialmente molta attenzione vedesi adoperata per isbarbare alcune pratiche superstiziose che radicate nell'animo dei popolani, e talvolta dei chierici, deturpavano la nobiltà dei doveri sacerdotali.
      Una testimonianza invece maggiore di qualunque altra mi giova qui addurre dell'eccellenza di alcuni nazionali nello studio delle scienze divine; rammentando come in quell'istesso tempo in cui maggiormente declinava la sorte delle nostre scuole, fiorisse per dottrina e per virtù quell'Agostino Pipia oristanese dell'ordine dei Predicatori, il quale, assunto primieramente alla dignità precipua della sua regola, meritò poscia di esser innalzato all'onore della porpora romana che illustrò con ogni maniera di pregi [1518] . Talché parrebbe lecito di affermare che se la Chiesa sarda diede in tempi infelici al sommo seggio della cristianità due pontefici in Ilario e Simmaco e due difensori della fede in Lucifero ed Eusebio; se la Chiesa medesima vide i suoi figli Cao e Pipia onorati della dignità cardinalizia nelle due età le più tristi per gli studi sardi, cioè nel tempo delle invasioni saracene ed in quello del decadimento delle scuole, mancò per meritare eguali onori in altre età non tanto la felice disposizione degli ingegni, quanto l'ordine delle venture indirizzatrici delle umane vicende.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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