Passerò pertanto a ricordare le dotte scritture pubblicate dai nazionali sulla giurisprudenza. Primieramente vuol esser lodato fra questi il chiosatore dell'antica Carta di Eleonora don Gerolamo Olives [1520] , consigliere del re ed avvocato del fisco presso al Supremo Consiglio d'Aragona; uomo che col suo lavoro ci si manifesta di molto valore nella scienza delle leggi; e che colla sua elevazione ad una carica così importante nella Spagna, in un tempo in cui i nazionali a malapena erano presentati di qualche carica illustre nella patria loro, mostrasi pure fornito di un merito assai distinto; perciocché senza una sovrabbondanza di favorevoli ragioni non si sarebbe a di lui riguardo violata quella severa massima della cancelleria di Madrid, per cui sembrava si volesse fermar per vero che nelle provincie dello stato dove si trovava la maggior copia si dovesse anche trovare la superiorità generale dei lumi. Il metodo adoperato dall'Olives nell'illustrare la Carta di Arborea è quello di sminuzzolare in tutte le sue parti la legge, rischiarandole tutte successivamente con una breve e lucida chiosa; di mostrare la connessione che un ordinamento ha coll'altro; di soggiungere quindi le difficoltà che si possono presentare nell'applicazione della legge. E tutto ciò con chiarezza di ordine; con parsimonia di quella che da taluni chiamasi erudizione e dai savi molesta pedanteria; e con quella semplicità di dizione la quale non osservata da molti dei così detti prammatici, rese stucchevoli quelle trattazioni che senza di ciò sarebbero solo restate disamene.
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