Talché giusti compariscono gli encomi che l'egregio professore pisano Camillo Plauzio tessea del giovane autore; allorché commendando nella sua epistola preposta all'opera l'ingegno ed il valore dell'autore narrava, come quel nobile giovanetto, abbandonati gli allettamenti del suolo nativo, si fosse aggirato con avida curiosità per le scuole migliori dell'Italia, conversando coi giurisperiti di maggior voce ed addottrinandosi con tal pro nella loro scienza, che prima ancora di esser fregiato degli onori accademici, avea già con varie sue scritture destato l'universale meraviglia ed aspettazione".
Potrei qui anche ridonare alla luce il nome di tanti altri giuristi sardi, che intenti meglio nelle loro pubbliche scritture a rischiarare le ragioni dei loro clienti che ad ammaestrare gli studiosi, passarono alla posterità col modesto titolo di alleganti [1532] . Se non che il temperamento il quale è sempre necessario nel ricordare gli scrittori minori, lo è molto più quando la materia da essi trattata è scevra d'interesse. Onde mi contenterò di accennare che molti di questi alleganti si mostrano uomini dotati di erudizione e di quel diritto raziocinio senza il quale l'erudizione non è altro che un inutile aggravamento dell'intelletto.
Qualche gloria deriva eziandio per gli studi sardi dal ricordare le scritture di alcuni valenti nostri medici. Tali furono Giovan Tommaso Porcell di Cagliari [1533] , Gavino Farina di Sassari, medico, come altra volta notai, del re di Spagna Filippo IV [1534] , Pietro Achenza Mossa di Tempio, protomedico dell'isola e medico della casa della regina [1535] , Andrea Vico Guidone sassarese [1536] , il protomedico cagliaritano Giuseppe Antonio Fancello [1537 ] e Niccolò Giraldi di Alghero [1538] . Il Farina fra questi merita particolar lode, perché essendo vissuto in tempi in cui i suoi colleghi scostandosi dalle dottrine del sommo Ippocrate svagavansi fra le sofisterie di una filosofia tutta verbosa e senza sugo, altamente protestò nelle sue scritture di voler seguire le dottrine degli antichi padri della scienza; e perché non contento di aver abbandonato il gergo dei seguaci della filosofia greca ed araba introdusse nelle sue opere la limpida latinità celsiana, la chiarezza del metodo, la ingenuità e precisione nella relazione dei fatti.
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