Avrebbe anche conosciuto che lo storico, il quale degnamente senta di se, dee nello scrivere aver la patria nel cuore; ma nell'intelletto la verità.
Mentre il Vico parteggiava nella sua storia per Sassari, insorgeva contro a lui per la difesa della capitale il padre Salvatore Vitale di Maracalagonis della regola dei Minori Osservanti [1554] . Ma profanare io non voglio il nome rispettabile del Vico contrapponendogli uno scrittore di quella tempera; né consumare il tempo nel dar più estesa contezza d'un uomo che l'onta io reputo della sarda letteratura. I miei giudizi sulle singolari sue stranezze sono già noti. E temperato forse mi sarei del riprovare le sue scritture, se le sue stranezze fossero state di quel genere che non incontrando lettori i quali le comportino, piombano tosto in obblio sempiterno. Ma le stranezze del Vitale appartengono ad una genia privilegiata; poiché l'eccesso della stravaganza adesca quasi al pari delle cose le più sublimi il lettore cui piace di contemplare il moto dell'umano ingegno nelle maggiori e nelle minori sue fasi. Onde debito mio reputai di non lasciar ignorare agli stranieri che cosa noi stessi pensiamo d'uno scrittore al quale niun altro confronto meglio si accomoderebbe che quello dell'eroe di Michele Çervantes.
Fra gli storici delle cose sarde dee anche esser annoverato Sigismondo Arquer cagliaritano [1555] ; il quale trattando con esattezza delle cose naturali dell'isola, trattò delle cose morali con quell'esagerata censura che dee al pari delle false laudi riprovarsi in ogni autore; scusarsi meno negli autori nazionali.
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