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      Tuttavia è opinione universale dei dotti che le relazioni del marchese di S. Filippo siano scritte con rara imparzialità e con quella coraggiosa lealtà che quanto è lontana dal blandire i potenti, lo è altrettanto dall'umiliare ingiustamente le persone oscure o venute in disgrazia. E tal è pure la professione ch'egli facea dei suoi principii nell'intitolare a Filippo V le sue memorie. Io le scrissi con ingenuità, affermava egli, senza usare i tratti perfidi dell'adulazione; e come convien parlare ad un monarca amico del vero. La verità è l'anima della storia ed il fondamento di ogni mia indagine. La mia penna non fu perciò guidata dalla gratitudine e dall'attaccamento che debbo a V. M. Io conservai agli amici egualmente ed ai nimici miei il luogo onorevole meritato dalle loro azioni. Lo splendore loro servirà a far meglio campeggiare l'oscurità di quelli ch'ebbero minor sollecitudine della loro fama, zelo minore dei loro doveri. La narrazione dei fatti non permetteami di spezzarne la concatenazione; e fui anche per questo motivo obbligato a riferire nell'ordine loro le buone del pari e le ree cose. Si volti dunque la collera dei malvagi contro a se stessi, e mirino con orrore, od almeno con seria riflessione, su qual fondamento essi voleano innalzar la loro gloria. Perché io racconto gli avvenimenti, non li censuro; e se a taluno cadesse in pensiero di difenderli, contento d'aver narrato le cose, io mi asterrò dal combattere seco loro. Decideranno l'universo e la posterità. Forse così alcune di tali cose rimarranno problematiche; e non sarà questa per essi una fortuna mediocre". Per chiarire che l'autore scriveva in quel punto come sentiva basterebbe l'approvazione e la fede incontrata tosto dalle sue scritture.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





S. Filippo Filippo V