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      Varrà meglio pertanto il raccorre alcuni poetici pensieri che faccian fede della maniera di verseggiare dell'autore.
      Fra questi io noterò in primo luogo l'espressione vera e felice del rifiutare che fanno gli amanti i freddi consigli della ragione. Ah! lungi da me, esclama il poeta, vani consigli che risvegliate il mio dolore; poiché nei consigli che dannosi a chi ama, quelli che l'uccidono sono appunto li più savi [1574] ; non potendo io mutare il mio stato adoro le mie calamità; e giacché non vi ricerco, non venghiate mai dove io sono, ma state sempre discosti da me, o disinganni". Viva è pure la seguente allegoria. Posa la tortorella ricreandosi ai raggi del sole nella primavera. Se vede allora dirizzarsi inver lei l'ala leggiera dello sparviero mossosi a darle caccia, immobile fra i rami sostasi a mirarlo così fuora di sé per lo spavento ed in sembianza così pietosa, che quasi disensata rassembra, mentre le ali sue ed il corpo tutto tremolano di paura". Vestita di nuovi colori e fortemente tratteggiata parvemi questa breve descrizione di una tempesta. Il cielo tonava orrendamente rompendo l'aria con iscrosci di vento e di pioggia. Nettuno furibondo scuoteva le sue onde, che balzavano fino al cielo; ogni albero lasciava cadere in terra le sue spoglie; i fonti e le riviere scorreano con maggior rapidità; le selve e le montagne restavano senza vestigio di polvere; e l'oscurità era solamente rotta da mille folgori; frattantoché i pastori chiudevano con frasche i loro armenti, che bevuto aveano acque novelle ed ai quali la terra era per dare novella pastura". Briose e tenere ad un tempo sono quelle strofe che pongonsi in bocca delle più vezzose femmine algheresi congregatesi a celebrare con metafisiche discussioni quelli che chiamavansi allora comizi d'amore.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187