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      Mi correa perciò alla mente fin d'allora il secolo diciottesimo. E tornami oggidì gratissimo il carico di cominciarne gli annali. Quantunque non senza sentir timidamente di me stesso più del consueto io prenda a ciò fare: perché se nel giudicare delle cose lontane la ragione dell'intelletto prevale agevolmente alle affezioni del cuore, queste quasi inavvedutamente illudono lo scrittore che non abbia da sé discoste le cagioni del parzialeggiare; pochi essendo coloro ai quali sia stato dato di narrare sempre cose commendevoli, narrando cose vere. Prima adunque che il lettore conosca se nel giudizio de' fatti, e nel confine segnato alla narrazione sia a me toccata questa rara felicità, ho voluto io stesso suscitarne la diffidenza; acciò se mai mi avvenisse di descrivere quest'ultimo periodo della patria istoria senza che mi s'apponga la taccia d'infinte laudi o di malvagio biasimo, maggiore sia la gloria che dee tornarne al saggio e paternale reggimento de' monarchi di Savoia; ed a me resti, col pregio di sincero narratore, la consolazione di non esser andato a rompere laddove avrei dovuto riposare.
      Carlo II dovendo far provvisione negli estremi giorni di sua vita alla scelta del suo successore, era combattuto dalla propria inerzia, la quale non sosteneva un così grave pensiero; dal bisogno che pur sentiva di togliere o scemare colla sua dichiarazione le ambiguità di una successione cotanto desiderata; dal dispiacere provato nell'aver veduto fallire per la morte del principe di Baviera l'elezione già una volta da lui fatta; da quel maggiore che dovea incontrare allorché penderebbe in favore di qualunque de' pretendenti.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





Savoia Baviera