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      Si cominciò in quel punto a conoscere che per far trionfare la causa regia uomini si ricercavano di limpida fede e di schietto carattere: ed un tal uomo si ritrovò nell'illustre storico delle geste di Filippo V don Vincenzo Baccallar, conosciuto poscia col nome di marchese di S. Filippo; il quale governando allora la provincia di Cagliari fu inviato alla Gallura colla qualità di luogotenente del viceré. Questo fedele e valente ministro seppe tosto trarre a sé gli animi delle opposte parti e tornarle ad unità; in modo che i pochi partigiani ancora rimasti furono costretti a rifuggirsi in Corsica. Pose anche mano il Baccallar ad investigare le ramificazioni della congiura, e venne così nella certezza che ogni cosa mettea capo nella capitale. Scrivea perciò al viceré: essere di somma urgenza l'allontanare dal regno e far passare in Francia il marchese di Villasor, il conte di Montesanto, il marchese di Conquistas don Michele di Cervellón e don Gasparo Carniçer, mastro ragioniere del tesoro, acciò la flotta nemica, del cui imminente arrivo già buccinavasi dappertutto, non trovasse nell'isola questi possenti fautori; esser egli preparato a far sostenere al tempo medesimo alcuni gentiluomini di Sassari, d'Alghero, di Castellaragonese e di Tempio; purgato in tal modo il regno de' principali partigiani, dura tornerebbe agli alleati l'impresa di soggiogare l'isola senza l'accompagnamento di numerosa oste. Il marchese di Giamaica spregiò il saggio consiglio ed appigliossi al vergognoso partito di cedere all'inimico tostoché il navilio afferrasse a Cagliari.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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