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      Il marchese di Leide, duce supremo di Filippo, tenne allora parlamento co' generali di Cesare: e ś per l'una che per l'altra isola si accordava che fosse lecito agli Spagnuoli nell'escire delle fortezze l'estrarne le arme, le bocche da fuoco d'ogni maniera e tutti gli attrazzi guerreschi ch'eglino aveano già da prima colà trasportato. Con un articolo poscia separato, il plenipotenziario austriaco prometteva di rispettare tutti li privilegi del regno di Sardegna [1619] ; dichiarando ad un tempo non accettarne egli la cessione, se non per farne la rimessione al novello sovrano Vittorio Amedeo.
      Cesare allora soscriveva una carta di plenipotenza pel principe d'Ottaiano don Giuseppe de' Medici; nella quale autorizzandolo a ricevere da' ministri del re cattolico nella Sardegna la cessione di quel regno, gli commetteva d'interporre la fede del suo principe per la conservazione de' dritti, statuti e privilegi della nazione; e di sciogliere que' sudditi da ogni obbligazione di vassallaggio e di obbedienza all'impero, rimettendo la signoria in podestà del novello regnante [1620] . Nel mentre che Vittorio Amedeo deputava per rappresentare la sua persona in quell'atto il conte Lucerna di Campiglione; ed inviava a Genova il generale d'artiglieria barone di Schoulembourg, incaricato particolarmente di conferire col plenipotenziario imperiale sopra alcune condizioni della cessione le quali ragguardavano fra le altre cose la stabilità delle vendite di beni fiscali seguite nel tempo del governo austriaco, e la ricognizione per parte del novello re de' debiti contratti da Cesare nel difender l'isola dall'ultima invasione spagnuola.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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