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      Nella qual nomina Vittorio Amedeo dava anche ai Sardi una testimonianza speciale di riguardo elevando alla sedia arcivescovile d'Arborea un nazionale; nonostante che fosse tal Chiesa nel novero di quelle alle quali solevansi preporre dai re cattolici vescovi stranieri [1642] . Altra prova di speciale conto fatto de' nazionali dava al medesimo tempo il re; quando ragguagliato della singolare perizia nella ragion civile e canonica di alcuni giuristi sardi, e segnatamente de' due giudici della Reale Udienza don Francesco Santuccio e don Francesco Melonda, chiamava questo a Torino; dove commettevagli di leggere la giurisprudenza civile nell'università, di cui si curava allora la riforma [1643] .
      Non tardavano intanto a giungere nell'isola i vescovi stranieri; e la Chiesa sarda confortandosi della presenza de' suoi pastori vedea di grado in grado attutarsi quelle contenzioni che per sì lungo tempo aveano conturbato il governo dell'isola; e levarsi altresì l'occasione più frequente di novelle competenze, in grazia delle leggi promulgate dai vescovi; nelle quali richiamandosi a severa osservanza le discipline antiche della Chiesa, scemavasi il numero degli esenti dalla podestà de' tribunali laici colla pronunciata esclusione di quelli fra essi che del solo privilegio tenean conto, ponendo in non cale i doveri del loro ordine. Giungevano anche in quel tempo fra noi alcuni regolari italiani, cui per le proposizioni fatte dal viceré era stato commesso di propagare nelle case della loro regola e poscia nel pubblico la cognizione della lingua italiana; la quale gustata sempre più da' nazionali, come moltiplicavansi le comunicazioni colle città italiane delle provincie piemontesi, già sottentrava insensibilmente nel comune colloquio e nelle pubbliche scritture alla favella castigliana [1644] . Ponea anche mente il barone di S. Remigio ad alzar nuove opere per munire più validamente la fortezza di Cagliari [1645] . Ed in tal maniera tenendosi pago degli anni nuovamente consagrati da lui, non senza buon frutto, al governo della Sardegna, lo rassegnava con piena speranza di progressivo miglioramento al suo successore marchese Rovero di Cortanze.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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