Con tali provvedimenti ed altri del medesimo andare, egli conseguiva che il suo passare in ogni luogo fosse benedetto da' buoni. Ed otteneva eziandio che si applaudisse da tutti al giusto favore che in quello stesso tempo gli concedeva il sovrano, onorandolo quando egli era in sul compiere la metà del suo viaggio della collana dell'ordine supremo.
Mentre il marchese di Rivarolo andava tutto in pensieri per purgar l'isola dai malfattori, occupavasi anche de' mezzi di sopperire alla mancanza che il bando loro dato dovea produrre nella popolazione. Avea egli a tal uopo proposto già al re che le terre spopolate si concedessero con titolo onorifico a coloro che assumessero il peso di popolarle: essere la popolazione il bisogno primario del paese; le terre adunque le quali per l'impotenza o per la noncuranza degli antichi signori restavano spogliate d'abitatori, passassero in migliori mani; s'allettassero al tempo stesso gli stranieri con alcune immunità a migrare in Sardegna e fondarvi utili colonie. Né tardava soverchio a venirgli intero il desiderio di veder messe ad effetto quelle sue sollecitudini. Già egli avea in quel tempo tenuto pratica acciò una parte degli abitatori dell'isoletta di Tabarca, la quale fronteggia la costa della reggenza africana di Tunisi, passasse fra noi a sedi più quiete. A qual uopo presentava un sito assai propizio l'isola chiamata di S. Pietro, che posta all'orlo della provincia solcitana, mostravasi accomodata alle pose de' naviganti ed alle operazioni del traffico; e non pertanto diserta di abitanti era allora dannevole ai marinai ed ai commercianti; dacché riconosciutala d'accesso agevole e sicuro e centro al passaggio di quel mare, vi riparavano spesso i corsali di Barberia, afferrando ascosamente in quel porto per attendervi al valico le loro prede.
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