Provvedeasi perciò prontamente affinché attorno alle rocche d'Alghero e di Castellaragonese si facessero le riparazioni che abbisognavano; e nel mentre che non perdonavasi a dispendio o fatica, perché in tal modo fossero sicurate le fortezze principali dell'isola, anche le marine sarde erano protette dal numeroso navilio che l'Inghilterra faceva veleggiare nel Mediterraneo per difficultare qualunque ardita impresa agli Spagnuoli. Ai quali era stato già in fin dal principio fatale in Italia il muover delle armi di Carlo Emanuele; impadronitosi tosto delle cittadelle di Modena e della Mirandola.
Il coprirsi di nuova gloria gli eserciti piemontesi, guidati dal prode loro sovrano, mettea desiderio ne' Sardi di partecipare a quelle illustri fazioni. Il duca di S. Pietro perciò a nome de' gentiluomini sardi profferiva al barone di Blonay la pronta leva di un reggimento composto di nazionali, che ritenendone il nome potesse al più presto il meglio portarsi a combattere sotto agli occhi del re. Questa proposizione giunta a Torino in tempo in cui il re trovavasi aver già assoldato per le esigenze della guerra tutto quel maggior nerbo di soldatesche che l'erario potea sostentare, fu allora gradita ma non accettata. E siccome la dimanda movea dal doppio intento de' gentiluomini di segnalare al re il loro zelo e di lasciarne stabile nella patria il ricordo colla creazione di quella milizia, a poco andò che quel rifiuto non abbia gravemente addolorato il loro animo. Benché adunque il viceré avesse temperato colle risposte additategli dai ministri il concetto rammarico, non lasciarono questi di riconoscere come in que' frangenti era meglio il venire in qualche maniera sopra alle ragioni dell'economia, che perdere il destro di strignere maggiormente alla signoria i più notabili fra i nuovi sudditi.
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