Da quelle informative, le quali erano poscia confermate dalle inchieste eseguite nel succeduto governo, veniva adunque il re a conoscere: non farsi il conto dovuto del giudizio di que' ministri che giusta la qualità degli affari doveano dar consiglio; ogni cosa risolversi nel solo arbitrio del segretario di stato; cui bastava il volere, pel tutto ch'egli poteva nell'animo del viceré; esser avvenuto talvolta che i negozi stessi ordinati già in un modo dal viceré venissero dal segretario spacciati in una maniera diversa; e ciò senza darsi egli gran briga che troppo di leggieri da altri si intendesse come il comando era passato, e tutto intiero, nelle mani di chi dovea obbedire; essere il segretario composto per natura all'altierezza ed all'altrui dispregio; forte pertanto di quella momentanea preponderanza sua nelle cose dello stato, essersi inalberato qual uomo che stesse co' piedi le molte miglia sull'altrui capo; e dolente chi volesse resistergli; poiché alla men trista altro che disapprovazione non gli potrebbe incogliere. Veniva pure il re in chiaro per lo stesso mezzo che alcuni de' famigliari del viceré, ai quali non così avrebbe giovato l'essere, come giovava il parere confidenti di lui, aveano grido d'uomini venderecci e pronti, sempre che si trattasse di far colare nelle loro mani qualche pro, ad abusare del nome del supremo governante. Il re perciò, cui per porre efficace e subito riparo contro a qualunque eccesso, bastava il conoscerlo, richiamava in terraferma il segretario di stato; e nominava per successore l'avvocato Michel Antonio Gazano; quello stesso che scrisse poscia la storia del regno; uomo assai intelligente degli affari di governo, e ciò che più monta, integro e di onorato carattere.
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Michel Antonio Gazano
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