Da quel punto adunque, e senza mai smarrirsi del buon proponimento, egli fu tutto in procacciare che mentre per la pace ridonata all'Italia e per la prosperità delle cose pubbliche negli antichi stati del re, le cure del governo erano qui indirizzate a conservare il benessere, tirassero colà a crearlo. E perciò prima ancora che per ispeciale commessione del re fosse egli incaricato del maneggio degli affari tutti della Sardegna [1710] , i negozi maggiori dirigevansi col suo consiglio; del quale vedremo immantinente gli effetti nell'incominciare del governo del novello viceré conte Francesco Tana. E se al pregio delle opere rispondesse la lena dello scrittore, non fallirebbe certamente il disegno che mi sta forte nell'animo d'innalzare ad un gran re e ad un tanto ministro un monumento il più degno d'entrambi; ché la gratitudine de' popoli non mai così bene si palesa, come col narrare i ricevuti benefizi; e meglio che sui massi e sui metalli dura nelle carte dello storico ingegnoso e veritiero.
LIBRO QUATTORDICESIMO
Il primo pensiero del novello ministro fu quello che dovrebbe essere sollecitudine continua di tutti i ministri; la migliore amministrazione della giustizia. Molte delle antiche nostre leggi ragguardanti a tale materia erano passate in disusanza; o corrotte per mala interpretazione non rispondevano più allo scopo primiero. Altre ristrette in angusti termini o traboccanti verso il troppo eseguivansi senza frutto o con danno della cosa pubblica. Sentivasi specialmente il bisogno di sottoporre a severe cautele la scelta de' ministri delle curie e di accrescerne il numero.
| |
Italia Sardegna Francesco Tana
|