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      Semi questi di ferocia e di vendetta gittati in quei giovani petti, a luogo delle idee d'umanità e di mansuetudine che avrebbero dovuto recare nella civil società. Non sì tosto perciò si ebbe piena contezza di questa strana maniera d'ammaestrare la gioventù, che ogni mezzo si pose in opera per arrestarne il danno. E con una grave lettera del re [1731] , mezza riprensioni sopra li pessimi metodi, mezza ragioni da persuadere la necessaria riforma, svegliavasi l'attenzione de' reggitori di que' collegi; acciò stessero provveduti al ricevere ed all'eseguire le novelle istituzioni che già si apprestavano pel governo della scolaresca. Stanziavansi quindi tali regole, e le principali ordinazioni contenutevi erano quest'esse: fosse vietato senza riserva, nello scrivere e nel dire, l'uso della favella castigliana; il quale a malgrado de' quarant'anni d'un dominio italiano, era sì fattamente abbarbicato nel cuore degli anziani maestri di lettere, che non vi era ancora morto il desiderio di vederlo durevolmente confermato; i precettori delle scuole dovessero, prima d'ammaestrare altrui, dar buona prova di se stessi in un esame; fossero le classi meglio divise; i libri si scegliessero più acconci all'istruzione ed alla curiosità degli scolari [1732] ; rimanessero perpetuamente abolite quelle chiamate e tenzoni scolastiche; e condannate del pari quelle aspre e villane correzioni. Ed in ognuno di questi articoli discendendo il ministro a particolareggiare, decretava le norme dell'insegnare con sì ampio spartimento, che non senza sentimento di grata meraviglia può fissarsi il pensiero sovra l'adattarsi di un personaggio di sì alto affare a quelle minuterie grammaticali.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187