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      E facea pure il ministro passare nell'isola tre officiali del tesoro, destri e periti quant'era d'uopo in ogni operazione che ragguardasse al cambio, al peso ed al saggio delle monete; affinché ne' moltissimi baratti che doveano farsi fosse guarentita l'osservanza delle dovute regole. Messosi così in assetto di sicurare l'eseguimento leale de' cambi, occupavasi di ordinare in un editto quanto dovea stanziarsi sulle monete di corso fisso, sullo spaccio per a tempo d'alcune altre, sulle maniere de' baratti, sulle contravvenzioni alle leggi monetali. E siccome queste disposizioni erano strettamente legate a quelle che regolano in ogni paese l'esercizio di qualunque lavorio sui metalli nobili; perciò confermavasi il così detto titolo, usato in fino ad allora in queste opere [1799] ; e si prescriveano le cautele più convenienti a cansare ogni fraude. Promulgavasi quindi fra gli applausi universali il provvidissimo editto [1800] . E tosto per bando del viceré annunziavasi ad ognuno il tempo ed il luogo de' cambi [1801] : talché in brieve tempo, scomparsa l'antica moneta, gustavasi tutto intiero il benefizio di una legge cui devesi quanto vale il ridonato credito alle monete nostre, la ristabilita proporzione colle straniere [1802] .
      Nel portare il riguardo agli altri vizi radicatisi in Sardegna per l'infelicità de' tempi andati, avea il re volta specialmente la sua considerazione sovra lo stato delle nostre chiese parrocchiali; del quale è conveniente ch'io dia qui contezza, acciò che meglio per noi si pregi l'opportunità dell'arrecatovi rimedio.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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