Nuoceva pure alla disciplina del clero quel non esservi fra i molti ministri ordinari d'una chiesa chi presiedesse agli altri, distribuisse gli offici e rendesse ragione al vescovo della cura pastorale del luogo. Nuoceva al decoro personale degli stessi sacerdoti quella meschinità di ricompense: tanto più riprendevole, quanto non era punto meschina la sorte de' parrochi abituali; che stranieri quasi a quelle chiese ne possedevano non pertanto le migliori entrate, nel mentre che quelli i quali di continuo doveano vegliare alle cure ecclesiastiche stentavano nell'inopia. Era sopra ogni altra cosa incomportabile quello scandalo dell'accumularsi a pro d'un solo parroco o canonico varie prebende; quando trovavasi da sì lunga pezza scritto nelle leggi della Chiesa il divieto della pluralità de' beneficii. Onde altamente commovevasi l'animo del re a tali pensieri; e prendendo egli compassione dell'abbandono in cui giacevano molte parrocchie, risolveva d'inviare a Roma un sacerdote fornito di lumi e di prudenza, e molto esperto delle cose della Sardegna [1803] , il quale mostrasse al pontefice la necessità che sentivasi di porre riparo a sì gravi disordini. Richiedeva adunque per mezzo di lui: al vacare di qualunque parrocchia dovessero separarsi le chiese unitevi; ed avesse ciascheduna in avvenire il proprio rettore; si desse eguale provvedimento per le chiese possedute da' canonici, sempre che fossero più d'una; in quelle che prima e dopo di tal riduzione fossero annesse a qualche canonicato, e nelle altre applicate alle mense de' vescovi od a qualche collegio, si nominasse un vicario perpetuo; cui restasse fissamente commessa la cura delle anime e che dovesse risponderne come vero parroco titolare coll'aiuto d'alcuni vice-parrochi a lui s
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Chiesa Roma Sardegna
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