Tuttavia non tornerà inopportuno il far conoscere una di quelle sue non mai violate negative, affinché qualche gloria ridondi al suo nome anche per quello che ricusò di fare. La concessione della dignità equestre, che ne' secoli migliori della monarchia spagnuola era per noi il premio di distinte benemerenze, e molte volte anche il frutto delle richieste fatte dai parlamenti pe' servigi da qualche famiglia renduti allo stato, erasi negli ultimi anni di quel cadente dominio estesa tant'oltre, che fu necessario dopo il cambiamento del regno, di richiamare a disamina i privilegi conceduti in quegli ultimi tempi. E tra per quelle ratificazioni che convenne fare rispettando gli atti della preceduta signoria, tuttavolta che il favore non era esorbitante; tra per le novelle grazie che si stimò poscia di concedere; il numero de' privilegiati eccedeva già quella proporzione che in materia di sì delicata natura tanto più vale, quanto è più misurata. Conosciuto ciò dal ministro, non bisognò più avanti perché risolvesse fermamente di ricondurre le cose a quel temperamento che dà maggior credito ai favori. Avea perciò egli infin dal tempo in cui erasi compilato il novello regolamento di perpetua istruzione pe' viceré, consigliato l'approvazione delle condizioni rigorose ivi contenute pe' casi di richieste consimili. Nel prendere poscia la direzione generale degli affari tale fu il riserbo con cui egli ebbe a governarsi, per non venir meno a quella giusta sua severità di massime, che ne' quindici anni del suo ministero un solo esempio non può esser citato di tali concessioni [1829] . E a nulla valse la considerazione del profitto che il tesoro pubblico ricavava da que' privilegi; a nulla il riguardo dovuto a rispettabili clientele: poiché stabile nel ricercare che all'importanza del benefizio rispondesse quella delle benemerenze, giunse infine ad inspirare talmente in tutti gli animi il sospetto della ripulsa, che più non fuvvi chi si cimentasse alla dimanda.
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