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      Semplice era egli anche nell'ira, e perciò i rimbrotti coi quali, allorché gli andava la senapa al naso, non si teneva in quelle sue note di travagliare vecchi e novelli scrittori delle cose sarde, i rimbrotti sono d'un uomo poco curantesi delle forme colle quali si agevola, se non la conoscenza, l'amore almeno del vero. A malgrado tuttavia di questa poca sua deferenza a ciò che egli chiamava soverchia delicatezza del così detto buon gusto, sarebbe desiderabile che uomini siffatti sorgessero tratto tratto a frenare col caustico loro rigore gli sbalzi degli uomini d'ingegno, ed a riveder il pelo a quei tanti guastamestieri, le scritture dei quali non vagliono, come suol dirsi, un cece col buco.
      [413] Vedi p. 46.
      [414] Ecco i nomi delle città sarde menzionate da Tolomeo (Geographia, cit., lib. III, 3, tab. 7, Europa), ed ecco quanto sulla corrispondenza di questi non meno che degli altri luoghi rammentati nell'itinerario d'Antonino, coi nomi delle terre o città d'oggidì, ho creduto poter annotare, come meno arrischiato, dopo un esatto confronto delle opinioni dei migliori geografi colle asserzioni dei sardi scrittori, e dopo d'essermi giovato specialmente dei lavori dello storico Fara nella sua De chorographia Sardiniae, opera degna di molti encomi per la diligenza delle ricerche e per quella dello stile.
      Le città marittime nominate da Tolomeo sono le seguenti: Tilium: Tolomeo colloca questa città nel lato occidentale dell'isola fra il capo Gorditano, cioè la Testa, e porto Ninfeo, cioè porto Conte, e perciò deve credersi fosse posta nell'odierna Nurra.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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