Galcerin, apud Gobetum, 1639, cap. 54.
[465] In uno (così detto) Direttorio per la diocesi di Cagliari, stampato nel 1704, si trova riportato un decreto della S. congregazione dei riti del 18 giugno 1689, nel quale, in seguito di alcune difficoltà insorte per lo festeggiamento dei martiri del santuario cagliaritano, si ordina a tutti di uniformarsi al rito introdotto in quel secolo nella chiesa cattedrale per solennizzarne la memoria.
[466] G. F. Fara, De rebus Sardois, cit., lib. I. F. Vico, Historia general, cit., cap. 1, p. 3. S. Vidal, Annales Sardiniae, cit., tomo II.
[467] Sono di quell'opinione il Vico ed il Vitale. La credenza del passaggio di san Giacomo in Ispagna ha fondamento nell'autorità del breviario armeno. Ma l'antichità di questo breviario è talmente controversa, che alcuni dei difensori di quel passaggio furono costretti a ricorrere ad altri argomenti. Vedi pei maggiori ragguagli spettanti a tal fatto A. F. Mattei, Sardinia sacra, cit., lib. I, cap. 3, e M. A. Gazano, Storia della Sardegna, cit., lib. 1, cap. 4. Io invece darò qui al lettore un saggio dello stile del Vitale, come altre fiate lo diedi della di lui critica. Ecco come egli prorompe nel descrivere il passaggio nella nostra isola di S. Giacomo: approdò egli nei nostri lidi prima che nei vostri, o Spagnuoli; e giusta cosa quest'era: non era ella forse la Sardegna l'antica Sandaliotin, la pianella sacra degli apostoli, il loro sandalo? Ben a ragione adunque con siffatto sandalo dové Giacomo calzarsi nel suo passare in Ispagna!
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