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      5, n. 2).
      [581] Gregorio Magno, Epistulae, cit., epistola 36, lib. III, indizione 11.
      [582] Gregorio Magno, Epistulae, cit., epistola 49, lib. II, indizione 10.
      [583] Gregorio Magno, Epistulae, cit., epistola 36, lib. III, indizione 11, cit. Altri motivi si vollero anche produrre da M. A. Gazano (Storia della Sardegna, cit., lib. II, cap. 10) di questa chiamata di Gianuario a Roma, dei quali egli si lusingò, secondo la sua maniera di dire, d'aver fatto la scoperta. Questi sono: 1· l'aver Gianuario in un giorno festivo fatto segare le biade d'uno chiamato Donato, e poscia atterrato i termini del di lui podere. Ma la lettera di calda riprensione scritta da Gregorio per tal fatto a Gianuario trovasi di parecchi anni posteriore alla di lui chiamata (C. Baronio, Annales ecclesiastici, cit., all'anno 598, n. 21). 2· L'aver quel vescovo permesso alle sagre vergini di andar vagando fuori del chiostro per attendere ai temporali loro negozii. Il qual motivo è parimente assegnato immaturamente, perché la lettera del pontefice (Gregorio Magno, Epistulae, cit., epistola 9, lib. IV, indizione 12) appartiene all'anno posteriore al passaggio di Gianuario in Roma. Appartengono eziandio ad anni posteriori le riprensioni di Gregorio a Gianuario per un dritto illecito di sepoltura da lui esatto nella morte di una nobile damigella, figliuola di Nereida (Gregorio Magno, Epistulae, cit., epistola 3, lib. IX, indizione 12, anno 599), e per la poca sollecitudine usata nel sopraintendere agli ospedali dell'isola (Gregorio Magno, Epistulae, cit., epistola 2, lib.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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