Onde è più ragionevole il collocare questo Barisone fra i giudici turritani.
[641] L. A. Muratori, Antiquitates Italicae, cit., dissertazione 32. La data della carta è del dodici di marzo anno nonocentesimo[642] Chiunque vogliasi pienamente chiarire delle ragioni critiche che si possono opporre alle dubbiezze eccitate dal Muratori, non ha che a consultare gli annali camaldolesi, scritti da G. B. Mittarelli e A. Costadoni (Annales Camaldulenses Ordinis sancti Benedicti, Venetiis, Pasquali, 1755-73, lib. II, note 39 e 40). Essi rischiarano con amplissime ragioni, desunte da altri apprezzabili monumenti, ogni contraria ambiguità, e notano fra le altre cose che, ad eccezione di un solo esemplare di quell'atto di donazione, in cui trovasi scritto il nome intiero di Alessandro, nelle altre copie si legge la sola lettera iniziale A; la quale può bene interpretarsi o pel nome del papa Anastagio III, creato pontefice nei primi anni del secolo X, o per quello di Adriano III, dal quale nel secolo precedente poté essere stata accordata agli antenati di Berengario la licenza di una fondazione, protratta poscia per qualche accidente ad altro tempo nella sua esecuzione o compimento. Nella qual seconda ipotesi, l'indizione quinta citata nella carta di Berengario, corrisponderebbe all'anno 902. Vedi pure M. A. Gazano, Storia di Sardegna, cit., lib. III, cap. 5. Egli dopo questo Berengario annovera anche un Simone, che dicesi re di Corsica in una carta di vendita che ha la data dell'anno 930, riportata nella stessa dissertazione del Muratori.
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