Ecco le eccezioni del signor Mimaut: il Berlingerio di Corsica è un re immaginario, perché il Muratori non seppe trovar maniera da incastrare il di lui nome. Al che io rispondo che il Muratori dubitò dell'età, non della fede dovuta al monumento, e dubitò dell'età per la principale difficoltà nascente dalla menzione del pontefice Alessandro, la quale si può dire oggi dileguata colle dotte osservazioni sovraccennate degli annalisti camaldolesi. Anzi il Muratori in un'altra sua opera, cioè negli Annali d'Italia (all'anno 1021), mostrò che gran conto teneva delle notizie da lui inserite in quella dissertazione 32, perché citolla in conferma dell'opinione in quel luogo da lui spiegata contro alla pretesa istituzione dei giudicati fatta dai Pisani in quell'anno. Opinione questa, che per la gravità e critica somma del chiarissimo scrittore, dee molto francheggiare chi in mezzo a queste buie indagini segue l'istessa sentenza. Quel Berengario, dice poscia il signor Mimaut, è lo stesso Berengario, re d'Italia, il quale intanto s'intitolò re solamente di Corsica e di Sardegna, inquantoché i sovrani d'Italia riducevano talvolta il protocollo dei loro titoli a quello di re, rammentando poscia i loro dritti di sovranità sovra i paesi in ciascheduna loro carta contemplati. Ma questa osservazione né fu sviluppata dallo scrittore, né, sviluppata, avrebbe intieramente satisfatto al bisogno; poiché se trovasi in quei tempi un Berengario, re d'Italia, col quale poteva esser confuso il Berengario di Corsica, non trovasi nel regno d'Italia il nome di Simone, Ugone e Guglielmo che vidimo aver nella stessa età governato, al pari di Berengario, l'uno la Corsica, gli altri la Corsica e la Sardegna.
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