Le altre osservazioni del signor Mimaut si riducono all'improbabilità dell'esistenza dei giudici sardi durante il dominio dei Mori, ed al silenzio degli storici pisani sui tentativi che i giudici nazionali avrebbero fatto per acquistare, dopo l'espulsione dei Saraceni, l'antico potere. Ma alla prima osservazione è facile il rispondere che i giudici sardi poterono esistere in Sardegna durante l'occupazione dei Mori, come i re Goti durarono nelle montagne delle Asturie malgrado dell'occupazione fatta dai Saraceni di quasi tutta la Spagna. Per rispondere alla seconda basta il conoscere o la poca scrupolosità dei conquistatori, o il voto immenso che si trova negli annali di quel tempo. Non è mestieri dopo ciò che io dia diffuso cenno delle altre due cose che potrebbonsi notare in quella discussione: cioè l'aver lo scrittore nominato il solo storico Gazano nel trattare della seguita pubblicazione di quelle carte; e l'averle appellate, con apparenza di dileggio, vecchie carte. Giacché son certo che il chiaro scrittore né volle con ciò privare quei monumenti del maggior pregio che loro torna dalle illustri fatiche del Muratori, primo discopritore di quelle carte; né aver in pensiero che la storia antica si debba trarre da carte recenti.
[647] M. A. Gazano, Storia della Sardegna, cit., lib. III, cap. 1, in finis.
[648] M. A. Gazano, Storia della Sardegna, cit., lib. III, cap. 2.
[649] G. Tarcagnota, Delle historie del mondo, in Venetia, per gli heredi Tramezini, 1580, lib. IX, parte 2.
[650] Nel libro XI, ove la serie dei tempi avrebbe dato miglior occasione al Tarcagnota di inserire le notizie relative ai tempi dei quali trattasi, egli non ne diede verun cenno.
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