Non è da tacere in questo luogo che anche il Foglietta, in questa sua deferenza a favore dei Pisani, cadde in alcuni errori che non mi risulta siano stati finora da altri avvertiti. Egli suppone seguita la spedizione in comune delle due repubbliche non nel 1017, come ne fanno fede gli annali pisani, ma nel 1015, e così scrivendo non pose mente che, aggiungendosi li sette ed i sei anni intermedi fra le due ultime spedizioni dei Pisani all'anno quinto del secolo, nel quale scrisse esser seguita la prima, egli avea già varcato l'epoca da lui determinata pel trionfo comune delle due repubbliche. Quell'epoca è anche suggetta ad ambiguità per un altro motivo; poiché rammentandosi dal Foglietta la prigionia di Museto, la quale ebbe luogo solamente, secondo il detto degli altri annalisti, nell'ultima delle spedizioni, cioè nel 1050, inviluppò maggiormente quello storico in tal maniera quella prima sua narrazione dei fasti genovesi. Tanto è vero che nel penetrare addentro nella disamina delle storiche relazioni le più volte le tenebre si addensano in luogo di diradarsi; e che un po' di fidanza e di abbandono è conveniente nello studio degli uomini trapassati, come è necessario nel consorzio cogli uomini viventi.
[660] La Cronica varia pisana, in L. A. Muratori, Annali d'Italia, cit., all'anno 1017, lib. III, p. 124, narra che Museto facea infiggere nel muro gli uomini vivi. Lorenzo veronese nella sua descrizione in versi esametri della guerra di Maiorca, seguita un secolo dopo, descrive pateticamente gli orribili tormenti coi quali quel re pirata sfogava sugli infelici suoi suggetti il furore delle precedute sue male venture.
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