[702] Questa lettera di Giovanni Monaco è riportata da E. Martène, Veterum scriptorum, cit., tomo I, colonna 522. A. F. Mattei, Sardinia sacra, cit., cap. 2, par. 4, con molta critica stabilisce che il Torgodorio di cui vi si parla era giudice di Gallura, e non già il Torchitorio di Cagliari, il quale in quel tempo non più regnava. Stabilisce eziandio contro all'opinione del Martène che il concilio si tenne nel 1092, perché non prima di quest'anno il vescovo di Pisa ottenne la qualificazione di arcivescovo, colla quale è nominato in quella lettera.
[703] Notai già altrove che nel tempo delle invasioni saracene si contavano solamente nell'isola i quattro vescovadi di Cagliari, Torres, Solci e Fausania (p. 223), estinte essendosi le altre sedi, delle quali nei tempi antecedenti si ebbe contezza. Le tre prime sedi serbaronsi in piè anche nei tempi succeduti, e la sola di Fausania sembra siasi estinta nel finire del secolo IX, se già la cattedra non fu trasferita o nel vescovado d'Ampurias, od in quello di Civita, dei quali sono per indicare i più antichi monumenti. Vedi A. F. Mattei, Sardinia sacra, cit., nell'articolo Episcopatus Phausaniensis. Dopo la metà del secolo XI si hanno le seguenti notizie di novelle chiese vescovili: verso l'anno 1050, san Giorgio, vescovo di Suelli; anno 1089, un Vigilio, vescovo doliese, soscrive alla fondazione del giudice Arzone, di cui testé si parlò (nota 701); 1116, un arcivescovo di Oristano interviene alla consagrazione della chiesa di Saccargia, di cui vado a dar contezza; v'intervengono egualmente i vescovi di Ampurias (chiamato vescovo di Flumen), di Bosa, di Castro, di Ottana (chiamato di Ortilen dal prossimo villaggio di Orotelli), di Bisarcio, di Ploaghe, di Sorra; 1119, Agostino, vescovo di S. Giusta, interviene alla consagrazione della chiesa di S. Saturnino in Cagliari (vedi nota 701); 1138, Innocenzo II, pontefice, assoggetta in quest'anno all'autorità dell'arcivescovo Balduino di Pisa, insieme col vescovo di Civita, quello di Galtellì: P. Tronci, Memorie istoriche, cit., all'anno 1138; 1144, Mariano, vescovo di Terralba, edifica quella chiesa cattedrale, come apparisce dall'inscrizione riportata da F. Vico, Historia general, cit., tomo 2, parte 6, cap.
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