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      81; 1147, Pello, vescovo d'Usellus, soscrive ad una donazione del giudice d'Arborea Barisone, riportata nel tomo 3, degli Annali camaldolesi (G. B. Mittarelli, A. Costadoni, Annales Camaldulenses, cit., tomo 3, in appendice, n. 286). La notizia intiera delle sedi arcivescovili e vescovili suddette fu riportata in una cronaca manoscritta riposta nella chiesa di S. Croce di Firenze, compilata, per quanto credesi, nel secolo XIII, e consultata da A. F. Mattei, Sardinia sacra, cit., cap. 4; e siccome contiene le indicazioni della distribuzione dei suffraganei delle tre provincie, io qui la trascrivo, accompagnandola con qualche spiegazione per quei luoghi che o furono distrutti, o cambiarono di nome. Suffraganei dell'arcivescovo di Cagliari: Sulcitanus (Solci: la sede solcitana, della cui posizione nei primi secoli della chiesa non si può affermare veruna cosa di certo, nel secolo XIII e fino al principio del XVI, in cui si trasportò ad Iglesias, fu nel luogo ora spopolato, chiamato Tratalias, come risulta dai monumenti a tal uopo ragunati dal G. Aleo, Sucessos generales de la Isla y Reyno de Sardeña, tomo 2, cap. 69 (manoscritto); Doliensis (Bonavoglia, oggidì S. Pantaleo); Suellensis (Suelli). Suffraganei dell'arcivescovo turritano: Sorrensis (Sorra: questa città, secondo il Fara, era sita nella così detta pianura di Monte Sorrano, distante 25 miglia da Sassari, ed ebbe al tempo di Eugenio IV unita alla propria la sede di Bosa, benché poscia nei tempi di guerra talmente abbattuta, che restò solo in piedi la chiesa maggiore di S. Pietro); Plovacensis (Ploaghe); Ampuriensis (Ampurias: esisteva la città d'Ampurias, anticamente Iuliola, come alla nota 414, alla sinistra del fiume Coghinas, ove ora esiste la chiesa di S. Pietro di Mare; la sede è oggi trasportata alla città di Castel Sardo); Giraclensis vel Bisarchensis (Bisarcio, secondo il Fara, era un'antica città, ai suoi tempi già distrutta nel principato di Anglona; oggidì la sede è trasportata nel villaggio d'Ozieri, dopo essere stata per più secoli unita a quella di Alghero); Castrensis (Castro, antica città distrutta, nella regione di Monteacuto); Ottanensis (Ottana); Bosanensis (Bosa: i vescovi di Bosa risiedavano prima nell'antica città di questo nome, di cui alla nota 414; ed uno di essi, chiamato Costantino de Castro, edificò ivi la chiesa di S. Pietro, come apparisce dall'inscrizione riportata dal Fara nella sua Co


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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