2.
[705] Il Gemelli molto ingegnosamente si fece a dimostrare che la comunanza delle terre in Sardegna debbasi alla signoria dei Vandali ed all'invasione saracena. Tuttavia pare a me maggiore l'influenza di quest'ultima. Vedi F. Gemelli, Rifiorimento della Sardegna, cit., tomo 1, p. 122.
[706] G. F. Fara, De chorographia Sardiniae [si riferisce al manoscritto in quanto la prima edizione a stampa è del 1835] . F. Vico, Historia general cit., p. 6, colonna 77, suppone succeduta quella traslazione nel 1185; ma per dimostrar falsa questa sua narrazione, basta il rammentare che nella consagrazione della chiesa di Saccargia sovra riferita alla nota 703 l'arcivescovo d'Arborea intervenutovi si qualifica arcivescovo d'Oristano; locché dimostra che già nell'anno 1116 Oristano era il luogo della di lui residenza. A. F. Mattei nell'introduzione del suo capitolo Ecclesia Arborensis, in Sardinia sacra, cit., non bene seppe distrigarsi dalle difficoltà derivanti dal non aver egli avuto notizia che Arborea non era nome di città, ma di provincia; e perciò ne trattò confusamente.
[707] Vedi sopra p. 243. Che i giudici di Logodoro risiedessero alternativamente anche in Torres apparisce dal Condaghe de s'Abadia de sa SS. Trinidade de Sacargia, sovra cit. alla nota 704, ove si dice che Costantino infermossi e morì nel suo palazzo di Torres. Andrea Tanca, per quanto riferisce l'altra antica cronaca, era morto ed era stato sepolto in Ardara.
[708] G. F. Fara, De chorographia Sardiniae, cit. F. Vico, Historia general, cap.
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