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      Si possono ora produrre tre altri monumenti, i quali su questa genealogia dei regoli d'Arborea spargono maggior luce. Uno di questi è dovuto alle ricerche di L. A. Muratori, il quale nella sua dissertazione 32, più volte citata (Antiquitates Italicae), pubblicò una carta del re Barisone, figliuolo e successore di Comita II, in data del 1182, contenente qualche di lui largizione a favore della chiesa di S. Nicolò di Urgen e la menzione di essere stata questa chiesa edificata dall' avo suo Costantino e dal padre suo Comita. Questa carta conferma l'ordine della successione stabilito dal Fara, ma non l'ordine genealogico, perché, secondo i codici sardi, Costantino non era avo di Barisone, ma zio. Ove pertanto non si voglia far prevalere all'autorità del Fara quella della carta del Muratori, resterebbe per conciliazione d'ambe a dire, che qualche alterazione leggiera poté avvenire nel trascriversi quest'ultima, coll'essersi scambiata la parola sarda Tiu (Zio) a quella di Au (Avo) ivi adoperata, la quale presenta poca diversità nelle lettere. Gli altri due monumenti, dei quali è a me dato il pubblicare la prima contezza, appartengono a Torbeno e consistono in due pergamene originali [ora in P. Tola, Codex Diplomaticus Sardiniae (d'ora in poi C.D.S.) (Monumenta Historiae Patriae, tomo X), Torino, Tip. Regia, 1861, sec. XII, doc. n. XLI, pp. 207-208] serbate fra le carte le più importanti del ducato di Genova, che, dopo la restituzione ottenutane dal governo di Francia, trovansi depositate in questo regio archivio di corte.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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