Il primo monumento che trovasi analogo a tal materia è la bolla con cui, ad istanza della contessa Matilde, Urbano II, pontefice, concesse nell'anno 1092 a Daiberto, vescovo di Pisa, la dignità arcivescovile e gli sottopose i vescovadi della Corsica. F. Ughelli che la riporta (Italia sacra, cit., tomo 3, colonna 369) suppone che Daiberto sia stato anche riconosciuto per legato nato della Sardegna, perché già Gregorio VII avea prima conceduto il primato di Sardegna a Landolfo, vescovo di Pisa; ma siccome scrivendo alcune pagine avanti di Landolfo, l'Ughelli non produsse verun monumento della legazione o del primato, resta affatto arbitraria quella supposizione. La bolla inoltre di Urbano II non contiene il nome della Sardegna; onde la menzione fatta poscia da Innocenzo II della legazione di Sardegna conceduta da Urbano deve riferirsi ad altro titolo ignoto. Venendo ora a questa disposizione d'Innocenzo II del 1138, la quale è il primo monumento conosciuto della giurisdizione accordata agli arcivescovi di Pisa nella Sardegna, e che fu riportata dall'Ughelli (Italia sacra, cit., tomo 3, colonna 389), io trovo solamente in questa bolla il provvedimento istesso riportato da P. Tronci (Memorie istoriche, cit., all'anno 1136); in vigor del quale il papa, in compenso delle diocesi assoggettate per l'addietro in Corsica al vescovado di Pisa, per le quali gravi discordie e fatti d'arme erano già stati fra i Pisani ed i Genovesi, sottopose a Baldovino, arcivescovo di Pisa, le due chiese episcopali di Galtellì e di Civita in Sardegna, attribuendogli ad un tempo il dritto di primate nella diocesi turritana e la legazione su tutta la Sardegna, supposta già concessa da Urbano.
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