Ed ecco le donazioni che ebbero luogo in Sardegna a pro di Monte Cassino durante il solo governo dell'abate Girardo. Affine di compiere questo ragguaglio delle notizie rimaste sul regno di Gonnario II di Torres, conviene che qui dia cenno d'una carta pisana del 1131, esistente per copia presso al lodato cav. Baille, colla quale quel giudice donava alla chiesa di S. Maria di Pisa due corti, una chiamata Castello ed Erio, e l'altra di Bosa. Al cospetto delle tante donazioni di terre sarde fatte fra le altre a quella chiesa pisana, avrebbesi il diritto d'interrogare: quanti bei monumenti religiosi, se religiose volevano essere le intenzioni di quei donatori, sarebbonsi innalzati nell'isola con quei soli mezzi?
[735] L'atto di donazione è riportato in Marqués de Coscojuela, Memorial de los estados que le pertenecen en el Reyno de Cerdeña, s. n. t. [ma Madrid, 1712] , per dimostrare i suoi diritti al marchesato d'Oristano, n. 39. La data è del 31 ottobre 1157 (stile pisano, corrispondente al precedente anno 1156).
[736] Vedi sopra p. 250. Di questo Costantino II, dopo l'atto ivi citato del 1130, restò solamente il ricordo per l'approvazione da lui accordata nel 1163 ad una carta di convenzione con cui l'arcivescovo di Cagliari, Bonito, ed i monaci cassinesi mal sofferenti l'occupazione dall'altro fatta di alcuni poderi loro spettanti, erano calati ad un amichevole accordo. È menzionata da E. Martène, Veterum scriptorum, cit., tomo 1, colonna 658. Nelle note e fra le soscrizioni apposte si legge anche la seguente: Constantinus iudex calaritanus.
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