XII, doc. XXIII, p. 195) Thocorre, che si nomina di Gunale, dona alla chiesa suddetta le quattro chiese galluresi di Torpeia, di Toraie, di Vignolas e di Laratanos, delle quali egli dice che Padulesa aveva già avanti giustamente e religiosamente donato le sue porzioni a quella chiesa. La conferma della donazione di Padulesa ed il chiamarsi giusta e religiosa la di lei liberalità, e meglio ancora l'intervento in quest'atto di un Comita, che si dice figliuolo del giudice Costantino, fanno credere che se Ottocorre era nel 1112 nemico della famiglia degli antichi giudici (alla quale pare che almeno per agnazione egli non appartenesse, essendo il nome dell'ultimo regolo Torgodorio quello di Zori, ed il nome di Ottocorre quello di Gunale), nel 1116 egli erasi già rappattumato con esso loro. A questi stessi tempi, ed al medesimo giudice Ottocorre, si possono riferire altre due carte pisane senza data, in una delle quali Ottocorre gallurese conferma la donazione fatta dalla fu regina di Gallura Padulesa a S. Maria di Pisa; e nell'altra Ottocorre, intitolato giudice gallurese, giura fedeltà a quella chiesa e promette di donare quattro corti tales quales placeant misso suo. Delle quali carte la prima, trattando manifestamente della donazione istessa sovra notata del 1112, come apparisce dal confronto di tutte le circostanze, devesi necessariamente riferire ad un tempo posteriore a quell'anno, e la seconda deesi credere soscritta prima di quella del 1116, nella quale propriamente si contiene il compimento delle promesse in quest'ultima fatte.
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