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      Rimane a parlare del nome di un altro giudice gallurese, che nella stessa carta del 1116 si legge. Ottocorre conferma in questa anche la donazione della corte detta di Vitithe fatta alla chiesa pisana dal giudice Saltaro, il quale dalla stessa carta apparisce esser morto senza prole (qui encus mortuus est, idest sine haeredibus). Questo giudice, di cui nuova comparisce la menzione nella serie dei regoli di Gallura, non può meglio esser collocato che fra Costantino I (1073) ed il Torgodorio scomunicato nel 1092; e forse era figliuolo dello stesso Costantino e fratello maggiore di quel Comita nominato nella carta predetta del 1116, il quale le sue speranze al trono vide prima impedite da Torgodorio de Zori, e poscia da Ottocorre di Gunale. Se tale conghiettura non si potesse sostenere, converrebbe riferire il governo di Saltaro ai tempi che precedettero o seguirono immediatamente li due più antichi giudici, Manfredi e Baldo, dei quali si diede cenno a p. 225.
      [777] La carta di questa donazione di Costantino si riportò da P. Tronci, Memorie istoriche, cit., all'anno 1173 per incidenza, allorché riferì l'altra carta di quell'anno del figliuolo Barusone. La cosa è tanto manifesta, che la briga presa dal Gazano per far comparire la prima carta di più antica data, è per lo meno soverchia. G. Cambiagi, Istoria del regno di Corsica, cit., lib. IV, determina il principio e fine del regno di Costantino II nel 1165 e 1171; ma non arreca verun monumento in prova di ciò.
      [778] P. Tronci, Memorie istoriche, cit., all'anno 1160.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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