Parmi che ambe queste donazioni siansi riferite alla stessa chiesa chiamata in lingua sarda d'Urgen ed in latino de Gurgo.
[786] La copia della carta contenente tale donazione è posseduta dal cav. Baille.
[787] L'atto del 1187, indizione 4 (stile pisano corrispondente all'anno 1186), è posseduto per copia dal cav. Baille.
[788] Vedi F. Ughelli, Italia sacra, Venetiis, apud S. Coleti, 1717-22, tomo 4, n. 27, in Archiepiscopus Ianuense.
[789] Le notizie di questi stromenti aventi tutti la data del 1189 sono tratte dall'archivio ducale di Genova. Il procuratore del giudice che stipolò a di lui nome, chiamavasi Niccolò Leccanozze. In quest'archivio di corte si serba altra carta simile colla data del 1192.
[790] Barisone turritano, di lui padre, regnava ancora nel 1186, perché nell'archivio ducale di Genova esiste la memoria d'uno strumento del 30 novembre detto anno, nel quale Andrea Doria, che dicesi genero di esso Barisone, ottiene dai consoli genovesi che le quistioni fra il giudice ed i cittadini di Genova si decidano secundum leges romanas et bonos usus. Le altre notizie di questo Barisone tratte dalla Cronaca sarda [E.Besta, Il Liber Judicucum Turritanorum, con altri documenti logudoresi, Palermo, Tip.New York, 1906] , ossia Condaghe sardo dell'Archivio di Corte di Torino (vedi vol. I, p. 242), sono: ch'egli maritò la sua figlia Susanna al patrizio genovese Andrea Doria; padre, mercé di tal matrimonio, di quattro figliuoli, il primo dei quali, chiamato Barisone, fu stipite della famiglia posseditrice della così detta curatoria di Hurra (forse Nurra); che regnò molti anni amato dai suoi popoli; che finì i suoi giorni al pari del padre nella solitudine religiosa, ritiratosi nell'ospedale di S. Giovanni fondato in Sicilia dalla regina Marcusa (vedi vol.
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