Conciliata in tal maniera la narrazione del Fara coi monumenti dei quali io mi prevalsi, mi giova anche il notare che per mezzo delle nozze di Benedetta col
Parasone di Arborea resta anche maggiormente dilucidata la qualità di giudicessa d'Arborea colla quale talvolta quella principessa s'intitolò nelle sue carte; poiché Parasone suo marito, come figlio di Pietro I d'Arborea, aveva un certo dritto (quantunque forse non esercitato) sulla metà di quella provincia, in seguito al giudizio di compromesso del 1191 già da me riferito a p. 12. Parendomi in tal modo d'aver rischiarato alquanto queste notizie principali del regno di Benedetta, mi rimarrò dal toccare delle opinioni degli altri storici; e dell'Aleo specialmente, il quale ha a tutto potere ammassato in questo periodo di storia le cose le più discordanti e strane. Non meritando più estesa disquisizione un'indagine dalla quale potrebbe anche risultare il nome di un diverso regolo, senza che perciò venga a conoscersi il nome di un personaggio storico.
[822] P. Tronci, Memorie istoriche, cit., all'anno 1217. O. Rinaldi, Annales ecclesiastici, cit., allo stesso anno, n. 86.
[823] Vedi O. Rinaldi, Annales ecclesiastici, cit., all'anno 1217. Con sentenza dello stesso anno serbata in questo regio archivio di corte fra le carte del ducato di Genova, Onorio, come arbitro eletto dalle parti, contentavasi poscia che il castello venisse rimesso in sua podestà.
[824] La lettera è riportata da O. Rinaldi, Annales ecclesiastici, cit., nel detto anno 1217, n. 90 e seguenti, e mentovata da L. A. Muratori, Annali d'Italia, dal principio dell'era volgare all'anno 1750, Milano, Pasquali, 1744-49, all'anno 1217.
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