La data è in villa S. Caeciliae in palatio regni kallaritani; 2· altro atto soscritto due giorni dopo, in cui Ubaldo costituì il comune pisano tutore e difensore dei suoi figliuoli e di tutti i suoi beni, e specialmente in toto regno kalaritano; 3· 22 luglio 1334, indizione 6 (stile pisano, corrispondente all'anno volgare 1233): Ubaldo, il quale in quest'atto s'intitolò iudex gallurensis et rector kallaritanu s, soscrisse una carta di debito a favore di Rodolfo, conte di Capraia: actum in palatio regni kallaritani in villa dicta S. Gilliae; 4· 27 settembre 1236, indizione 9: soscrivendo in quel giorno Ubaldo una donazione a favore di Guido Burgundione, conte di Capraia, non più giudice cagliaritano s'intitola, ma giudice gallurese e turritano (in quell'anno appunto era morto Barisone di Torres); e la carta non più vedesi scritta in Cagliari, ma in iudicatu turritano in ecclesia S. Petri de Silchi. In tal modo si chiarisce che fra il 1233 ed il 1236 Ubaldo od abbandonò o perdette il trono cagliaritano, il quale forse non mai fu da lui posseduto intieramente, perché nel 1224, cioè 6 anni dopo della di lui invasione, vidimo Benedetta esercitar atti di sovrana autorità. Onde è da credere che la capitale obbedisse ad Ubaldo almeno dopo il 1231; in altre parti del giudicato si riconoscesse la signoria di Benedetta (della cui morte s'ignora il tempo), o quella del successore suo figliuolo, del quale in altro luogo si parlerà.
[835] G. F. Fara, De rebus Sardois, cit., lib. II, cap. Turritani iudices.
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