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      Non perché ciò basti a rispondere alla cortesia ch'ei mi fé; ma perché non altro mezzo migliore della pubblica riconoscenza si presenta a chi non ha la sorte d'esser cognito a quel gentile letterato per alcun privato rispetto.
      [849] U. Foglietta, Historiae Genuensium, cit., all'anno 1256. Breviarium pisanae historiae, in L. A. Muratori, Rerum italicarum scriptores, cit., all'anno 1258.
      [850] G. F. Fara, De rebus Sardois, cit., lib. II, cap. Arborenses iudices.
      [851] U. Foglietta, Historae Genuensium, cit., all'anno 1256. Bartolomeo Scriba, continuatore degli Annali genovesi di Caffaro, cit., lib. VI, all'anno 1256. Tronci descrive egualmente la morte di Chiano; ma non distinguendo il tempo e gli avvenimenti, riferisce questa morte nell'anno stesso 1250 in cui avea narrato la novella nomina dei giudici pisani. Come suppone accaduta anche contemporaneamente la resa del castello di Castro, la quale non ebbe effetto che dopo. Gli stromenti di convenzione di Chiano col comune di Genova, aventi le date del 20 aprile e 25 maggio 1256, mi furono comunicati dal lodato marchese Pallavicini. Contengono oltre alle condizioni già dette, lo sgombero dal castello di Castro di tutte le persone non grate ai Genovesi; la perdita per queste delle antiche loro proprietà; il dritto riserbato al giudice di entrarvi liberamente colla sua famiglia e di possedervi una casa; l'obbligo di nutrire per un anno i novelli abitanti genovesi del castello, di permettere al comune di Genova l'estrazione gratuita del sale e di non aprire altro porto nella provincia eccetto quello di Cagliari.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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