Si legge infatti in quel testamento che egli lasciava una figliuola in infantile età, chiamata Alasia, avuta da una Francesca; i cui alimenti e la cui dote lasciava all'arbitrio prudente della repubblica; che del pari rimetteva nell'arbitrio della repubblica la sorte della prole che dovea nascere da una Crescia, quam dicit ex se pregnantem esse; che infine si contentava di fare ai figliuoli del fratello Rinaldo, già suo benefattore, un solo lascio delle terre che possedeva nell'Ogliastra.
[855] B. Scriba, Annali genovesi, cit., all'anno 1257.
[856] Vedi P. Tronci, Memorie istoriche, cit., all'anno 1250. Egli, come sopra ho detto, confonde in questo solo anno cogli altri avvenimenti accaduti in questo periodo di tempo anche l'edificazione di tal torre, alla quale non si poté porre mano dai Pisani prima della resa del castello. L'inscrizione appostavi, riferita da F. Vico (Historia general de la isla y reyno de Sardeña en siete partes, Barcelona, empr. de Lorenço Deu, 1639, cap. 42, p. 6), ha la data dell'anno 1295 e ricorda che il castellano di Cagliari era allora Ranieri del Balneo, e che l'operaio, lo scrivano e l'architetto nominavansi Beato Cargolasio, Cefa e Giovanni Capula. Alcuni anni dopo, cioè nel 1300, come apparisce dall'inscrizione copiata da G. Aleo (Sucessos generales de la Isla y Reyno de Sardeña, tomo 2, cap. 37, manoscritto), si eresse anche l'altra torre del castello detta dell'Elefante, essendo castellani Giovanni Giora e Giovanni de Vecchiis, sotto la direzione dello stesso architetto Giovanni Capula.
| |
Alasia Francesca Crescia Rinaldo Ogliastra Scriba Annali Vedi P Tronci Memorie Pisani Vico Historia Sardeña Barcelona Lorenço Deu Cagliari Ranieri Balneo Beato Cargolasio Cefa Giovanni Capula Aleo Sucessos Isla Reyno Sardeña Elefante Giovanni Giora Giovanni Vecchiis Giovanni Capula
|