VI, cap. 60 e 66.
[969] G. Zurita, Anales, cit., lib. VI, cap. 67 e 68.
[970] G. F. Fara, De rebus Sardois, cit., lib. III, cap. Iacobus rex.
[971] Furono questi frate Bacciomeo da Pisa, guardiano, e frate Giovanni da Settimo, minori conventuali, il cavaliere Iacopo da Parracca dei Gualandi, Raniero Tempanello e Bartolomeo Mussi, giureconsulti. Il trattato è riportato per esteso nella raccolta altre volte citata del cav. Dal Borgo, Raccolta di scelti diplomi pisani, cit., p. 351.
[972] G. Zurita, Anales, cit., lib. VI, cap. 69. P. Tronci, Memorie istoriche, cit., all'anno 1325. G. Villani, Nova cronica, cit., lib. IX, cap. 326.
[973] G. Zurita, Anales, cit., lib. VI, cap. 70.
[974] G. Zurita, Anales, cit., lib. VI, cap. 71.
[975] G. Zurita, Anales, cit., lib. VI, cap. 77.
[976] G. Zurita, Anales, cit., lib. VI, cap. 75.
[977] G. F. Fara, De rebus Sardois, cit., lib. III, cap. Alphonsus rex.
[978] G. Zurita, Anales, cit., lib. VII, cap. 1. Alla mensa del re nel giorno dell'incoronazione sedettero solamente l'infante don Giovanni, suo fratello, e gli arcivescovi di Saragozza e d'Arborea.
[979] G. Zurita, Anales, cit., lib. VI, cap. 77.
[980] G. Zurita, Anales, cit., lib. VII, cap. 6.
[981] G. Zurita, Anales, cit., lib. VII, cap. 10.
[982] Questo divieto durò lunga pezza. Nella carta reale del 3 gennaio 1485 al par. 28 (archivio patrimoniale di Cagliari) si trova il permesso conceduto a Giovanni e Niccolò Boi sardi di poter soggiornare nel castello di Cagliari per ragione delle loro buone qualità. Nelle istruzioni annesse alla stessa real carta si legge al par.
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