5, tit. 7, lib. VIII; nel quale rappresentandosi esser state sempre in Sardegna le cavalle tenute per libere, in quanto non pagavasi dai conduttori veruna multa allorché passavano coll'armento in territorio altrui, citasi la legge della Carta de Logu per cui si dichiarava qualunque cavalla liera . Ciò posto, qualora fosse necessario di voltare letteralmente quella parola, risponderebbe meglio alla giurisprudenza di quei tempi il vocabolo di proprietario . È noto che nei secoli feudali le parole di uomo libero e di vassallo dinotavano la prima un proprietario allodiale, e l'altra colui che nella sua proprietà riconosceva un maggior signore. Vedi W. Robertson, The history, cit., sez. 1, nota 8. Ed un monumento anche patrio mi giova addurre all'istesso proposito nel Condaghe più volte citato della chiesa di Saccargia ( Condaghe de s'Abadia de SS. Trinidade de Sacargia, Tatari, Ant. Seque, 1660 e poscia in D.Simon, Rerum Sardoarum Scriptores, Torino, Stamperia Reale, 1788, vol. 2); nel quale, parlandosi di un nobile Gambella, che dicesi il primo personaggio della corte di Costantino I, giudice di Torres, è il medesimo appellato uno dei più notabili lieros di quei tempi. Locché vuol dire certamente uno dei più ricchi proprietari liberi di quel giudicato.
[1080] Carta de Logu, cit., cap. 71.
[1081] Carta de Logu, cit., capp. 65 e 122.
[1082] Carta de Logu, cit., capp. 73, 79, 124.
[1083] Carta de Logu, cit., capp. 19, 20.
[1084] Carta de Logu, cit., cap. 99.
[1085] Carta de Logu, cit., cap.
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