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      Le cose procedettero più rimessamente dopoché, per la scoperta dell'America, diventò tanto meno importante in quel rispetto la dovizia dell'isola.
      [1423] Erano escluse da quel contratto le miniere, i dritti di pesca, la gabella della neve ed i feudi devoluti. In un antico stato o bilancio, esistente in questo regio archivio di corte, trovansi annotate le rendite certe per scudi 93.000.
      [1424] Con carta reale del 20 agosto 1662 (archivio patrimoniale, vol. 2, fol. 118) si comandò, che sui proventi delle gabelle di estrazione dell'isola si togliessero le paghe dei viceré di Catalogna e di Aragona.
      [1425] Nel governo del viceré duca di Gandia si estrasse dal regno un milione di moggia di grano. Vedi F. Gemelli, Rifiorimento della Sardegna proposto nel miglioramento di sua agricoltura, Torino, Briolo, 1776, lib. II, cap. 15. Nei governi dei quattro ultimi viceré sovrannominati, il profitto delle estrazioni sommò alla quantità notata.
      [1426] I calcoli da me fatti sulle annotazioni antiche, esistenti in questo regio archivio di corte, non oltrepassano che di poco, per quanto ragguarda agli stipendi, li scudi 36.000. Il viceré avea allora 14.000 scudi di stipendio; il governatore di Cagliari 300; quello di Logodoro 700; gli altri governi sommavano fra tutti a 3.100; e così in proporzione le paghe erano per ciascun uffiziale moderate e tenui. Il visitatore Carrillo notò le spese del suo tempo come segue: per stipendi lire 72.723; per mercedi particolari date dal re ad alcune persone lire 35.973; per censi caricati sul tesoro lire 19.030. Delle spese militari si riserbò di dar ragione particolare.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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