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      Come nel principio del seguente secolo fu pure introdotta nel convento di Bonaria, sotto la direzione di fra Matteo Contini. Le ultime stamperie che fiorirono in Cagliari furono quelle di don Pietro Borro e di don Bachisio Nieddu, che restò in piedi fino all'anno 1770. Nel qual anno Bonaventura Porro, insigne allievo della Stamperia Reale di Torino, fu destinato con ottimi auspizi a governare la Stamperia Reale del regno. In Sassari, la tipografia introdotta, come ho detto, dal Canopolo, passò poscia al convento dei padri serviti; e quindi sotto la direzione di Simone Polo. A questi tipografi sassaresi, notati nell'opuscolo summentovato, è anche da aggiungersi il nome di Giovanni Gavino Seque, il quale con nitidi caratteri stampò nel 1641 il concilio provinciale turritano dell'arcivescovo Passamar
      [J. Passamar, Decreta concilii provincialis turritani Sassari celebrati anno 1633, Sassari, ex typ. Scano de Castelvy, apud J. G. Seque, 1641] . Ebbe infine anche quella città la sorte di veder salire in qualche riputazione le sue stampe, dopoché ne assunse la direzione Giuseppe Piattoli, valoroso artista; a cui gloria basterà il citare la nitida ed accurata edizione della Storia naturale della Sardegna di F. Cetti (Sassari, per G. Piattoli, tomo I, 1774; tomo II, 1776; tomo III, 1777). Se si dovessero notare fra le antiche stampe sarde quelle che hanno maggior pregio d'arte, dovrei citare quelle del Sembenino, del Guarner e del Gobetti.
      [1480] Carta reale dell'11 aprile 1658 nel registro della Reale Udienza.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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