[1635] Fra i lavori di questo magistrato deve darsi pubblica lode alla relazione da lui compilata, per ordine del re, delle cose ecclesiastiche della Sardegna; opera questa di gran merito e ripiena di molta dottrina e di sottili e giudiziose indagini; la quale serbasi anche oggidì dagli amatori delle cose patrie come un monumento dell'attività e scienza di quell'egregio reggente (G. Beltramo, De jurisdictione, ossia Raccolta degli usi circa le materie ecclesiastiche nel Regno praticati e che trovansi di presente in osservanza e di quelli che possono essere andati in disuso, manoscritto datato 31 maggio 1728).
[1636] Vedi pregone del 6 marzo 1724, Editti, Pregoni ed altri provvedimenti emanati pel regno di Sardegna dappoiché passò sotto la dominazione della R. Casa di Savoia sino all'anno 1774 [a cura di P. Sanna-Lecca] , Cagliari, Stamperia Reale, 1775, tit. 7, ord. 3.
[1637] Nella prima udienza avuta dal marchese d'Ormea parlò egli con sì nobile e rispettosa schiettezza, che il papa levandosi dalla sua sedia gli gittò le braccia al collo dicendo tornargli a gran soddisfazione il dover trattare con un uomo siffatto.
[1638] Il marchese d'Ormea richiesto dal re di dare specifica contezza del carattere di questo cardinale sardo, rispondeva: essere il cardinale Pipia di carattere freddo, ma onorato e prudente; non disposto per natura ad imprendere di sostenere con calore gli altrui interessi; ma pronto a fare que' passi giudiziosi che il suo zelo ed attaccamento per la persona del re gl'inspiravano; essersi egli nell'ultimo concilio condotto con una prudenza tale, che avea recato ammirazione ed aveasi conciliato l'affezione universale.
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