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      Nel giugno seguente trovossi il corpo ne' fatti d'arme dell'8 e del 12 sull'Anthion; ne' quali perdette nove uomini fra uccisi e feriti; oltre al sottotenente cavaliere Martínez, che rimase ucciso nell'atto che comandando un distaccamento di volontari perseguitava il nimico messo in fuga. In questo tempo essendosi formati nell'esercito alcuni battaglioni separati di granatieri e cacciatori, e granatieri e cacciatori sardi vi furono incorporati. Questi ultimi trasportati in Tolone per esser uniti ai collegati inglesi e spagnuoli parteciparono insieme con dugento reclute, giunte ivi dalla Sardegna, alla presa de' forti di quella città; dove singolarmente si distinsero due soldati, che i primi salirono sulla breccia; per la qual cosa furono decorati l'uno della medaglia d'oro e l'altro di quella d'argento. In uno di questi assalti restò ferito il capitano di que' cacciatori cavaliere don Antonio Grondona. I granatieri presero parte cogli altri granatieri piemontesi nella difesa del campo di Raus, dal quale fu il nimico rispinto. Queste stesse compagnie di granatieri e cacciatori si trovarono poi nel 1795 ne' fatti d'arme della Cianea e della Dondella; e nel 1796 nella difesa de' ridotti presso a Ceva, nella fazione di S. Michele ed in quella del Mondovì; nella quale, alla positura del Brichetto, rimase ferito il capitano de' granatieri cavaliere don Serafino Decandia. Furono perciò molti uffiziali, che maggiormente si segnalarono in tali incontri, decorati dal re colla Croce de' Ss. Morizio e Lazzaro; e parecchi bassi uffiziali e soldati ebbero la medaglia d'onore.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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