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      Nella qual cosa si era considerato che l'argento dovesse esser meno favorito in Sardegna perché giugneavi meno caricato di spese per le scale di Cadice e di Lisbona. Onde si credette che bastasse per le monete di Sardegna il solo aumento del 5 per 100 del valore, senza bisogno di rifonderle; e tale fu l'ordinazione che si pubblicò a tal uopo nel 10 febbraio 1786.
      [1799] Le leggi degli orefici ed argentieri in Sardegna determinarono da tempo antico che l'oro non possa lavorarsi a bontà inferiore di carati 21; e che i lavori d'argento debbano essere al titolo di denari 11.
      [1800] Questa legge era anche commendata in Italia; e da molti de' più distinti uomini di stato della penisola furono perciò fatti complimenti al conte Bogino. Fra gli altri l'auditore generale di Siena chiamavala un capolavoro di saviezza, per la conciliazione delle diverse viste del commerzio interno ed esterno.
      [1801] Vedi Editti, Pregoni, cit., tit. 10, ord. 21 e 22.
      [1802] Una egregia parte delle nuove monete impiegavasi allora nella redenzione di parecchi censi, dai quali era da lungo tempo gravato il tesoro, per le cagioni specialmente riferite a p. 36; essendosi con la carta reale del 8 marzo 1768 comandato che tutto in tale riscatto venisse convertito il cambio delle L. S. 276.612, 16, che il fisco avea ricavato da alcuni contratti fatti sui beni patrimoniali. In tal maniera risanava il governo le piaghe lasciateci dalla vecchia monarchia castigliana.
      [1803] L'abate Sineo già per parecchi anni vicario generale dell'arcivescovo del Carretto in Oristano.


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Storia di Sardegna
di Giuseppe Manno
pagine 1187

   





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