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      Di quei pianti senza dolore, di quelle lagrime senza amarezza, che brillan nell'alba della vita, come gocciole adamantine di rugiada e che così facilmente si alternano colle sonore e squillanti risate, qual fonografo ci serba le delizie e gli incanti?
      Non rimpiangiamo l'impotenza del profumiere e del fonografo! - Nulla muore di ciò che nasce, e solo gli atomi nell'eterna ridda d'una vita che non posa mai, mutano forme e armonie. I fiori della primavera si dissolvono nella terra, che alimenta gli uomini, e nuove giovinezze succhiano gli umori dei nostri petali avvizziti; mentre lentamente matura il frutto sul nostro ramo invecchiato.
     
      Quanti di quei fiori s'aprivano e s'avvizzivano l'un dopo l'altro, alternandosi in una continua festa nell'anima giovinetta di Emma!
      Essa non li numerava, perchè eran troppi, e mentre ne coglieva uno, cento e cento altri sbocciavano e se ne empiva le mani e il grembo e se ne incoronava il capo e vi cacciava dentro la testolina innamorata, nascondendo nel seno i più preziosi e i più cari.
      Non aveva mai parlato a Enrico, non ne aveva neppur udito la voce, - e l'amava. Enrico era giovane ed era un uomo!
      Non ne conosceva il carattere nè il pensiero. Avrebbe potuto essere un farabutto o un imbecille; e l'amava; ma Enrico era giovane ed era un uomo!
      Sapeva lei, se Enrico avrebbe compreso le astruserie isteriche del suo cuore, sapeva lei se egli intendeva i palpiti della gloria, le tenerezze della pietà, le sante fratellanze del dolore?
      No, davvero; ma Enrico era un giovane ed era un uomo.


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L'arte di prender marito
Per far seguito a "L'arte di prender moglie"
di Paolo Mantegazza
Editore Treves Milano
1894 pagine 127

   





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